lunedì 18 novembre 2013

oltre il determinismo...

La realtà materiale di cui siamo fatti e che ci circonda è condizionata dal punto di vista fisiologico e fisico da forze naturali che ci consentono di considerare alcuni fenomeni come misurabili. 
E' possibile anche riscontrare in determinati fenomeni una certa "costanza di forma", che rende gli stessi fenomeni rappresentabili nel tempo. La capacità di riconoscere una certa uniformità negli oggetti o nei fatti considerati permette a molti di poter riconoscere una trama di fondo che consente agli storici di fare e disfare la storia dell'umanità. Le trame di questa storia tuttavia rimangono misteriose, malgrado gli sforzi fatti da alcuni per far valere una interpretazione storica o un'altra, come maggiormente adeguata a descrivere una certa "costanza di forma"... 
La possibilità di misurare, nella loro frequenza, determinati fenomeni potrebbe indurre l'osservatore a ritenere che sia possibile riconoscere e indicare, in un mondo che cambia, dei criteri di regolarità o stabilità: se da una parte la tradizione del pensiero filosofico, fondata sulla libertà degli atti umani, ha potuto confrontarsi con le ragioni relative all'esistenza di una legge naturale; allo stesso tempo ha tenuto presenti le ragioni di chi legittimamente ha sostenuto il diritto positivo.
Se è possibile riconoscere nell'uomo in quanto tale intelligenza e volontà, come unica sostanza spirituale, pur nella sua finitezza e caducità, allora è possibile riconoscere e pensare l'uomo dotato di una coscienza libera, capace di agire ragionevolmente in conformità alla sua propria natura, quindi secondo una legge naturale, comune alla natura umana, pur nelle diverse espressioni psico-fisiche dell'uomo e della donna nelle diverse fasi di sviluppo evolutivo.
Se è possibile pensare l'uomo dotato di una coscienza libera, capace di agire ragionevolmente per il bene proprio, del suo prossimo (es. famiglia) e della comunità in cui vive e in cui cresce, allora è possibile pensare che sarà interessato a definire in accordo e nel confronto con i suoi concittadini delle regole di riferimento che servano a tutelare se stesso, il prossimo e l'intera comunità per il bene comune. Attraverso un sistema convenzionale, fondato sul buon senso in conformità alla legge naturale di cui si riconosce possessore e interprete, l'uomo comune potrà dominare legittimamente il mondo materiale e le forze che lo caratterizzano nel rispetto degli equilibri ambientali, naturali, in cui si riconosce "dominus" o signore del creato. 
La capacità di fare il bene, in conformità alla propria natura e quindi alla legge naturale, pone l'uomo sia al vertice della creazione, come libero signore delle forze della natura sia al vertice della società in cui vive, in quanto capace di relazionarsi con i suoi simili, portatori e interpreti di una stessa legge naturale, per raggiungere un accordo di collaborazione per il bene comune.  
La caducità dell'uomo tuttavia è evidente tanto davanti alle forze della natura, quanto alle forze politiche della società: la natura e la società possono umiliare l'uomo, anche quando non si pone davanti a loro come nemico; lui, nel comprendere con umiltà le ragioni della natura e della società, può tornare da amico e interprete a operare in vista di un bene e di un fine comune.  
Il rischio di pensare la natura e la società nelle vesti di una realtà materiale priva di uno spirito di libertà può essere superato dall'uomo e dalla donna comune attraverso un esercizio volontario e continuo di libertà. 
I ragionamenti dell'uomo nella maggior parte dei casi rimangono incerti e conducono a conclusioni probabili, tuttavia è sempre possibile andare oltre ogni determinismo materiale nell'impegno costante per favorire la libertà di spirito e la diffusione dell'arte, nella libertà d'ingegno e nella creatività.    
  

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