martedì 9 febbraio 2016

sposi: sacramento della misericordia

La carità è l'anima della santità. 

Per la sua intima natura la carità 
— dono che lo Spirito infonde nel cuore — 
assume ed eleva l'amore umano 
e lo rende capace del perfetto dono di sé. 

La carità rende più accettabile la rinuncia, 
più leggero il combattimento spirituale, 
più gioiosa l'offerta di se stessi.

Non è possibile all'uomo con le sue sole forze 
realizzare la perfetta donazione di sé. 

Egli ne diventa capace in virtù della grazia dello Spirito Santo. 
In effetti è Cristo che rivela la verità originaria del matrimonio e, 
liberando l'uomo dalla durezza del cuore, 
lo rende capace di realizzarla interamente.

Nel cammino verso la santità, 
il cristiano sperimenta sia l'umana debolezza, 
sia la benevolenza e la misericordia del Signore. 

Perciò la chiave di volta dell'esercizio delle virtù cristiane 
— e perciò anche della castità coniugale — 
poggia sulla fede che ci rende consapevoli della misericordia di Dio 
e sul pentimento che accoglie umilmente il perdono divino.

Gli sposi attuano la piena donazione di sé 
nella vita matrimoniale e nella unione coniugale, 
che, per i cristiani, è vivificata dalla grazia del sacramento. 
La loro specifica unione e la trasmissione della vita 
sono impegni propri della loro santità matrimoniale.

[...]

Gli sposi cristiani sono testimoni dell'amore di Dio nel mondo. 

Devono pertanto essere convinti, con l'aiuto della fede 
e persino contro la sperimentata debolezza umana, 
che è possibile con la grazia divina osservare 
la volontà del Signore nella vita coniugale. 

E' indispensabile il frequente e perseverante ricorso 
alla preghiera, all'Eucaristia e alla Riconciliazione, 
per ottenere la padronanza di sé.

[...]

La Chiesa considera come uno dei suoi principali doveri, 
specialmente nell'età contemporanea, 
quello di proclamare e di introdurre nella vita 
il mistero della misericordia, 
rivelatosi in sommo grado nella persona di Gesù Cristo.

Il luogo per eccellenza di tale proclamazione 
e compimento della misericordia, 
è la celebrazione del sacramento della Riconciliazione.

Proprio questo primo anno del triennio di preparazione 
al Terzo Millennio dedicato a Cristo Gesù, 
unico salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre (cfr. Ebr 13, 8), 
può offrire una grande opportunità per un lavoro 
di aggiornamento pastorale e di approfondimento catechetico 
nelle diocesi e concretamente nei santuari, 
dove si accolgono tanti pellegrini e dove si amministra 
il Sacramento del perdono con abbondante disponibilità di confessori.

I sacerdoti siano sempre completamente disponibili 
a questo ministero da cui dipende la beatitudine eterna degli sposi, 
e anche, in tanta parte, la serenità e la felicità della vita presente: 
siano per essi veramente testimoni viventi della misericordia del Padre!


Città del Vaticano, 12 febbraio 1997.

Pontificio Consiglio per la Famiglia
Vademecum per i confessori su alcuni temi di morale attinenti alla vita coniugale

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/family/documents/
rc_pc_family_doc_12021997_vademecum_it.html#_ftnref43

venerdì 5 febbraio 2016

il vanto escluso ...

Non c'è nessun giusto, nemmeno uno, 
non c'è sapiente, non c'è chi cerchi Dio! 

Tutti hanno traviato e si son pervertiti; 
non c'è chi compia il bene, non ce n'è neppure uno. 

La loro gola è un sepolcro spalancato, 
tramano inganni con la loro lingua, 
veleno di serpenti è sotto le loro labbra, 
la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza. 

I loro piedi corrono a versare il sangue; 
strage e rovina è sul loro cammino 
e la via della pace non conoscono. 
Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi. 

Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge 
lo dice per quelli che sono sotto la legge, 
perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo 
sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. 

Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo 
sarà giustificato davanti a lui, 
perché per mezzo della legge 
si ha solo la conoscenza del peccato. 

Ora invece, indipendentemente dalla legge, 
si è manifestata la giustizia di Dio, 
testimoniata dalla legge e dai profeti;
giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, 
per tutti quelli che credono. 

E non c'è distinzione: 
tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 
ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, 
in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. 

Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione 
per mezzo della fede, nel suo sangue, 
al fine di manifestare la sua giustizia, 
dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, 
nel tempo della divina pazienza. 

Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, 
per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù. 

Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! 
Da quale legge? Da quella delle opere? 
No, ma dalla legge della fede. 

Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede 
indipendentemente dalle opere della legge.

Paolo, Romani, 3,10-28
http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_PX0.HTM