martedì 24 marzo 2015

una preghiera straordinaria: la Madre

Cari figli! Vi prego con tutto il mio cuore,
vi prego purificate i vostri cuori dal peccato
e rivolgeteli in alto verso Dio e verso la vita eterna.

Vi prego vegliate e siate aperti alla verità.

Non permettete che tutte le cose di questa terra
vi allontanino dalla conoscenza della vera soddisfazione
che si trova nell’unione con il mio Figlio.

Io vi guido sul cammino della vera sapienza
perché soltanto con la vera sapienza
potete conoscere la vera pace ed il vero bene.

Non perdete il tempo chiedendo i segni al Padre Celeste
perché il segno più grande ve l’ha già dato,
ed è il mio Figlio.

Perciò, figli miei, pregate
affinché lo Spirito Santo possa introdurvi nella verità,
aiutarvi a conoscerla
e perché attraverso questa conoscenza della verità,
possiate essere una cosa sola
con il Padre Celeste e con il mio Figlio.

Questa è la conoscenza che dona la felicità sulla terra
ed apre la porta della vita eterna e dell’amore immenso.
Vi ringrazio.


Dalla registrazione audio video della traduzione
dopo l'apparizione la traduttrice del testo in italiano
ha trasmesso quanto segue:

"Mirjana ha detto che la Madonna si è rivolta a noi
come ai suoi figli che ama con amore incommensurabile.

Alla fine Mirjana ha aggiunto:
"Questa bellissima giornata della venuta della Madonna
in mezzo a noi sulla Terra, il paradiso che scende sulla Terra,
non è perché è il mio compleanno.
La Madonna non ha fatto neanche cenno al mio compleanno,
perché per Lei il mio compleanno
è come il compleanno di ognuno di voi.

Quando cominceranno a rivelarsi le cose per le quali è venuta,
capirete perché ha scelto il 18 Marzo".

Medjugorje: messaggio straordinario dato 
il 18 marzo dalla Regina della Pace a Mirjana

giovedì 19 marzo 2015

un credente silenzioso

Ecco la vocazione del credente silenzioso: dare tutto se stesso, impegnare il proprio presente e il futuro perché la Parola di Dio diventi carne e vita in Gesù. Giuseppe diviene così il custode di Maria e di Gesù, sia nei momenti semplici sia in quelli difficili della vita quotidiana della casa di Nazaret. Egli è accanto a Maria a Betlemme nel momento trepidante del parto, nella circoncisione di Gesù e nella presentazione al Tempio, nella fuga in Egitto, nella ricerca angosciata del figlio, che poi ritrovano a Gerusalemme nel Tempio.
Non sappiamo altro di Giuseppe, il santo che ancora in silenzio esce dalla scena del mondo: non è dato di conoscere nulla nemmeno della sua morte, neanche quando sia avvenuta. È chiaro che, quando Gesù svolge il suo ministero, Maria è ancora in vita (com'è testimoniato dai Vangeli), mentre di Giuseppe non si dice più nulla: probabilmente già da tempo era scomparso. Il santo silenzioso ha concluso, ancora una volta in silenzio, la sua esistenza.
La vita di Giuseppe ci insegna a capire il linguaggio di Dio: è il linguaggio del silenzio, e Dio parla davvero, misteriosamente, nel silenzio. Non lo si può ascoltare nel frastuono della vita o nel rumore assordante dei nostri giorni, ma solo nel raccoglimento e nella vita interiore.
Giuseppe ci insegna pure come aprire il cuore alla voce che viene dall'alto. Accostarsi alla Parola vuol dire essere attenti alla propria coscienza, alla chiamata che emerge misteriosamente dal silenzio. Significa accogliere il Signore che ci incontra e ci interpella nella quotidianità; e comporta il coraggio di affidarsi a lui piuttosto che credere ai nostri dubbi e alle nostre pur legittime ragioni: pregare altro non è che contemplare la presenza del Signore e vivere in comunione con lui. 
Ed è nel silenzio e nel mistero della coscienza che Dio si fa carne anche nella nostra vita, per essere da noi donato ai fratelli. Giuseppe, nella semplicità, lo ha capito e lo ha vissuto: per questo il suo silenzio è più eloquente di qualsiasi parola.

(La Civiltà Cattolica 165 (2014), n. 3939-3940, pp. 618-624)