lunedì 17 febbraio 2014

a causa del "verso"... questioni diverse


...Nessun uomo diventa peggiore per opera di un uomo sapiente. 
Questa non è affatto una colpa insignificante: 
anzi è così grande che non può trovarsi in un uomo sapiente.
Dio però è più eccellente di qualunque uomo sapiente.

Molto meno quindi l’uomo diviene peggiore per opera di Dio, 
poiché la volontà di Dio è molto più eccellente di quella dell’uomo sapiente. 
Quando poi si dice che è l’autore, s’intende che egli vuole. 

È dunque per colpa della volontà che l’uomo diventa peggiore. 
Se questo vizio, come insegna la ragione, è assolutamente estraneo 
alla volontà di Dio, bisogna cercare dove si trova...

...La causa della perversione dell’uomo si trova in lui 
o in qualcun altro o nel nulla. 

Se nel nulla, non c’è una causa. 
Ma se nel nulla s’intende che l’uomo è stato tratto dal nulla 
o dagli elementi che sono stati fatti dal nulla, 
la causa allora sarà ancora in lui, perché il nulla è, per così dire, la sua materia. 

Se la causa è in un altro, chiedersi è in Dio o in qualche altro uomo, 
oppure in qualcosa che non sia né Dio né uomo. 
Di certo non è in Dio, perché Dio è la causa dei beni.

Se dunque è nell'uomo, o c’è per forza o per convinzione. 
Per forza non è assolutamente possibile, 
perché non c’è causa più potente di Dio. 
Dio ha infatti creato l’uomo così perfetto che, se vuole rimanere ottimo, 
non ne sarebbe impedito dall'opposizione di alcuno. 

Se invece ammettiamo che l’uomo può pervertirsi per consiglio di un altro uomo, 
bisognerà cercare di nuovo da chi è stato pervertito lo stesso cattivo consigliere. 
È infatti impossibile che non sia cattivo un tale consigliere. 

Resta un non so che d’indefinito, che non sia né Dio né uomo: 
ma qualunque cosa sia, o ha usato la forza o la persuasione. 

Riguardo alla forza si risponderà come sopra; 
invece, qualunque sia il motivo della persuasione, 
poiché il consiglio non costringe chi non vuole, 
la causa della sua perversione ricade nella stessa volontà dell’uomo, 
sia o non sia stato pervertito dal consiglio di qualcuno.

Sant'Agostino d'Ippona                      
     

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