venerdì 4 aprile 2014

la caccia dei cervi ... cotti e arrostiti

Il penitente, attento esploratore, fatto in questo modo il giro, deve subito accendere la lampada che arde e illumina (cf. Gv 5,35); in essa è indicata la contrizione, la quale, per il fatto che arde, per questo anche illumina. Infatti dice Isaia: “La luce d’Israe­le diverrà un fuoco e il suo Santo una fiamma; e sarà acceso e divorerà le sue spine e i suoi rovi in un giorno. La magnificenza della sua selva e del suo Carmelo sarà consumata dall’anima fino alla carne” (Is 10,17-18) .
Ecco che cosa fa la vera contrizione. Quando il cuore del peccatore si accende con la grazia dello Spirito Santo, brucia per il dolore e illumina per la cognizione di se stesso; e allora le spine, cioè la coscienza piena di triboli e di rimorsi, e i rovi, vale a dire la tormentosa lussuria, tutto viene distrutto, perché all’interno e all’esterno viene riportata la pace. E la magnificenza della selva, cioè del lusso di questo mondo, e del Carmelo, che s’inter­preta “molle”, e cioè la dissolutezza carnale, vengono estirpate dall’anima fino alla carne, poiché tutto ciò che c’è d’immondo, sia nell’anima che nel corpo, viene consumato dal fuoco della contrizione.
Fortunato colui che brucia e illumina con questa lampa­da, della quale dice Giobbe: “Lampada disprezzata nel pensiero dei ricchi, preparata per il tempo stabilito” (Gb 12,5). I pensieri dei ricchi di questo mondo sono: custo­dire le cose conquistate e sudare nel conquistarne altre; e perciò raramente o mai si trova in essi la vera contrizio­ne; essi la disdegnano perché fissano l’animo nelle cose transitorie. Infatti mentre perseguono con tanto ardore il piacere delle cose temporali, dimenticano la vita dell’ani­ma, che è la contrizione, e così vanno incontro alla morte.
Dice la Storia Naturale che la caccia ai cervi si fa in questo modo. Due uomini partono, e uno di loro zufola e canta: allora il cervo segue il canto perché ne è attrat­to; intanto il secondo scocca la freccia, lo colpisce e lo uccide. Nello stesso modo viene data la caccia ai ricchi. I due cacciatori sono il mondo e il diavolo. Il mondo davanti al ricco zufola e canta, perché gli mostra e gli promette i piaceri e le ricchezze; e mentre quello stolto lo segue incantato, perché in quelle cose trova diletto, viene ucciso dal diavolo e portato nella cucina dell’inferno per esservi cotto e arrostito.

Dai Sermoni di Sant'Antonio di Padova

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