Essi non verranno su navi da guerra,
non devasteranno col fuoco,
ma i libri saranno il loro unico cibo,
e con le mani impugneranno l’inchiostro.
Non con lo spirito dei cacciatori
o con la feroce destrezza del guerriero,
ma mettendo a posto ogni cosa con parole morte […] .
Avranno l’aspetto mite dei monaci,
pieni di fogli e di penne;
e voi guarderete alle vostre spalle ammirando
e desiderando un giorno […]
in cui, almeno, i pagani erano uomini.
[…] voi li riconoscerete da questi segni:
lo spezzarsi della spada,
e l’uomo che non è più un cavaliere libero,
capace di amare o di odiare il suo signore.
Sì, questo sarà il loro segno:
il segno del fuoco che si spegne,
e l’Uomo, trasformato in uno sciocco,
che non sa chi è il suo signore.
Anche se arriveranno con carta e penna
e avranno l’aspetto serio e pulito dei chierici,
da questo segno li riconoscerete,
dalla rovina e dal buio che portano
da masse di uomini devoti al Nulla,
diventati schiavi senza un padrone.
G. K. Chesterton, La ballata del cavallo bianco, Raffaelli editore, p. 155
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