giovedì 17 agosto 2017

anime immortali ...


È necessario affermare che l’anima umana, 
cioè il principio intellettivo, 
è incorruttibile. 

Infatti la corruzione di una cosa avviene in due modi: 

direttamente [per se] 
e indirettamente [per accidens]. 

Ora, non è possibile che un essere sussistente nasca 
o perisca in maniera indiretta, 
cioè in forza della generazione o della corruzione di un altro essere. 

Infatti la generazione e la corruzione competono 
a una cosa nella stessa maniera in cui le compete l’essere, 
il quale è acquistato con la generazione ed è perduto con la corruzione. 

Per conseguenza ciò che direttamente possiede l’essere 
non può soggiacere alla generazione e alla corruzione 
altro che direttamente; 

al contrario gli esseri non sussistenti, 
come gli accidenti e le forme materiali, 
si dice che nascono e periscono in seguito 
alla generazione e alla corruzione del composto [in cui si trovano]. 

Ora, abbiamo visto [aa. 2, 3] che le anime dei bruti 
non sono direttamente sussistenti, 
ma lo è soltanto l’anima umana. 

Quindi le loro anime periscono con la distruzione del corpo, 
mentre l’anima umana non potrebbe perire 
se non mediante la propria diretta distruzione. 

Ciò però è impossibile non solo per essa, 
ma per ogni ente sussistente che sia soltanto forma. 

Infatti è chiaro che quanto direttamente [per se] compete a un essere, 
è da esso inseparabile. 

Ora, l’essere compete direttamente alla forma, 
la quale è atto. 

Per cui la materia acquista l’essere in atto 
acquistando la forma, 
e la corruzione si verifica in essa 
appunto perché la forma viene a separarsi da essa. 

Ora, è impossibile che una forma si separi da se stessa. 

È dunque impossibile che una forma sussistente cessi di esistere. 

Ma anche ammettendo 
che l’anima fosse composta di materia e di forma, 
come dicono alcuni, 
bisognerebbe sempre ritenerla incorruttibile. 

Infatti non si trova corruzione se non là dove si trova contrarietà: 

poiché i processi di generazione e corruzione 
provengono da elementi contrari e tendono a termini contrari 
— per cui i corpi celesti, 
non avendo una materia soggetta a contrarietà, sono incorruttibili —. 

Ma non vi può essere contrarietà alcuna nell’anima intellettiva. 

Le sue percezioni infatti, che avvengono secondo il modo del suo essere, 
sono prive di contrarietà: 

per cui anche le nozioni dei contrari non sono tra loro contrarie nell’intelletto, 
anzi, è unica la scienza dei contrari. 

Non è dunque possibile che l’anima intellettiva sia corruttibile. 

E una riprova di questa verità può vedersi nel fatto che 
ogni essere desidera naturalmente di esistere 
nel modo ad esso conveniente. 

Ma negli esseri dotati di conoscenza 
il desiderio segue la conoscenza. 

Ora, mentre i sensi conoscono l’essere 
soltanto nelle circostanze particolari di luogo e di tempo, 
l’intelletto percepisce l’essere su un piano assoluto e rispetto a ogni tempo. 

Per cui ogni essere dotato di intelletto desidera naturalmente di esistere sempre. 
Ma un desiderio naturale non può essere vano. 
Quindi ogni sostanza intellettuale è incorruttibile.

S.T. I, q. 75, a.6

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