martedì 13 agosto 2013

Pensiero, libertà e ideologia ... lobby

Se uno, alcuni, molti o tutti ... abbiamo la possibilità di pensare a ciò che è più comune come a qualcosa di unico, vero, bello e buono allora insieme sarà possibile riconoscere in ciò che esiste ciò che è essenziale e per tutti universalmente condivisibile ... 
Se molti sono in grado di riconoscere in tutto ciò che esiste qualcosa di unico, di vero, di bello e di buono difficilmente potranno dal punto di vista pratico fare delle scelte volte, ad esempio, alla esclusione di alcune persone per motivi di razza, condizione economica o pensiero politico.
Pensare ordinariamente a ciò che è più astratto, a ciò che è più comune, può diventare in alcuni casi l'unico modo per non perdere di vista ciò che nella vita pratica è essenziale, per cercare di agire di conseguenza con un atteggiamento proteso stabilmente alla moderazione e alla mediazione tra le scelte errate per difetto o per eccesso.
L'esercitarsi nella purezza del pensiero astratto, volto alla contemplazione di ciò è così com'è, pertanto, non allontana affatto dalla sollecitudine all'azione pratica ma consente di agire a partire da una visione chiara e distinta delle persone e delle cose, dei fatti e delle opinioni, dell'essenziale e dell'apparente, del bene e del male. 
Pensare (interessarsi) a ciò che è più comune può diventare per un singolo uomo un modo concreto per vivere e agire consapevolmente nella dipendenza da un principio di libertà, nei limiti della condizione umana; così, se molti pensano (si interessano) a ciò che è più comune, una società può consapevolmente orientarsi in modo spontaneo, pur nell'incostanza tipica dell'essere storico, ad un'azione comunitaria nella dipendenza da un principio di libertà politica.
La libertà individuale e politica si oppone di fatto alla prassi ideologica e lobbistica "esclusiva"...
Tutto dipende dalla scelta dell'uomo, tutto si risolve nell'elezione di un principio d'azione: il bene, la libertà, l'utile, il piacere?
Quale principio d'azione eleggere personalmente e comunitariamente? Quale gerarchia di valori preferire? In che ordine gerarchico convenzionalmente porre un principio comune?
Penso che un agire libero possa essere giusto, sul piano individuale come sul piano comunitario, soltanto se l'ideologia di riferimento o ordine di idee, procede gerarchicamente dal concetto più generale e astratto a quello particolare...quando l'agire individuale e politico procede, nella definizione gerarchica dei valori, da ciò che è più particolare ogni sforzo di tendere al generale si disperde.
Se le finalità pratiche elette spontaneamente e personalmente dai singoli appartenenti a gruppi di interesse avessero sistematicamente come valore di fondo negli stessi gruppi o lobby la libertà, intesa nella realizzazione del bene a partire da ciò che è più generale e più comune nell'ordine gerarchico dell'essere, probabilmente le singole persone, come le comunità politiche, potrebbero godere della soddisfazione che deriva dalla pratica della giustizia nel suo procedere gradualmente dal generale al particolare senza perdere mai di vista, a causa di interessi privati esclusivi, la "soprannaturale" tensione dinamica al bene comune.

        
    

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