giovedì 24 ottobre 2013

il bene e le concause della libertà

La riflessione filosofica sulla libertà ha condotto numerosi pensatori a confrontarsi sul tema del bene e del male. Assumendo l'informazione biblica secondo la quale l'uomo è stato creato da Dio "bene" e "per il bene", possiamo chiederci in cosa consista la libertà per una creatura. Se assumiamo sempre come riferimento per la nostra riflessione il contenuto della rivelazione biblica, possiamo affermare che l'uomo creato ad immagine e somiglianza del Figlio di Dio, in intelligenza e volontà, esiste per il bene e può realizzarsi nella libertà, nella capacità di compiere un'azione in conformità alla sua natura, secondo un ordine di ragione che comprenda nella finitezza creaturale la possibilità di fare il male.
Ma cos'è il male?
Rifacendoci alla tradizione del pensiero cristiano possiamo affermare che il male è la mancanza di bene.
Se tutto ciò che esiste è stato creato bene e per il bene la possibilità del male, impossibile a Dio come atto creativo, può darsi soltanto per la libera scelta di un essere simile a Dio dotato di intelligenza, volontà e capacità di giudizio razionale.
Ma cosa sono l'intelligenza, la volontà umana e la capacità di giudizio razionale?
In breve possiamo affermare che l'intelligenza è la capacità di conoscere immediatamente il bene secondo l'ordine e il fine specifico; la volontà è la capacità di desiderare il bene, secondo l'ordine e il fine specifico; la capacità di giudizio razionale è la capacità di "riconoscere" il bene nell'atto di mediazione del ragionamento, secondo l'ordine e il fine specifico.
La libera scelta del bene desiderato, pertanto, può realizzarsi in modo ragionevole nel retto giudizio del bene desiderato nel confronto con gli altri beni conoscibili e può realizzarsi, invece, in modo irragionevole nell'assenza di un retto giudizio. Quest'ultimo può essere causato, ad esempio, da un'impulsività della volontà, non governata dalla ragione e quindi incapace di attendere la mediazione della ragione stessa, riguardo al retto giudizio sul bene desiderato. Un'altra causa d'errore nella scelta libera del bene, secondo l'ordine e il fine specifico, potrebbe essere una conoscenza immediata del bene in un'intelligenza "non chiara", miope, altrimenti oscura: come se un soggetto, a partire dalla visione miope di un utile oggetto rosso, dopo la mediazione del ragionamento, si decidesse a prenderlo scoprendo solo al tatto che l'oggetto utile è incandescente.
Se gli errori o i mali descritti possono essere causati dalla debolezza della volontà o dell'intelligenza, la libera scelta disordinata del bene può essere dovuta anche ad una errata convinzione, consolidata nel tempo come un "erroneo giudizio retto", sull'ordine e il fine specifico del bene desiderato e scelto.
Importante è tenere presente che nella nostra prospettiva la volontà, per quanto l'intelligenza non sia particolarmente illuminata, desidera sempre il bene!
Pertanto, soltanto il bene nella spontaneità della natura umana è oggetto della volontà e del suo desiderio. Sembra dunque che la libertà dell'uomo sia, per natura, sempre per il bene e mai per il male...
Ma allora cos'è il male? E' possibile desiderarlo liberamente, se la volontà ama o desidera sempre il bene?
Se è vero che la volontà ama sempre il bene, tuttavia, nel mistero della libertà, essa può muoversi per la realizzazione di un'azione o di un atto non tenendo conto, a causa di un'intelligenza poco illuminata, dell'ordine e del fine specifico del bene desiderato e scelto: in questo modo l'uomo può realizzare il il male...
E' bene tener presente che se è reale l'esperienza che facciamo del male, è altrettanto reale che possiamo farla solo per differenza e nella prospettiva di un bene possibile.
Da questo punto di vista il male non si presenterebbe all'intelligenza e alla volontà come "primo oggetto" ma solo per differenza nel processo che precede il libero atto della scelta. Secondo natura l'uomo in prima istanza e spontaneamente tenderebbe a conoscere e desiderare il bene per fare il bene: nella molteplicità di oggetti da scegliere o atti buoni da compiere, il male non si presenta come necessario ma  solo per difetto come una possibilità!
Solo un Dio Onnipotente, da questo punto di vista, può permettere la possibilità del male e assumerne in Cristo gli effetti sulla croce per donare nuovamente la vita e il bene, secondo l'ordine e il fine specifico originario, a ciò che lo aveva perso!
La possibilità del male nasce, dunque, nel mistero della libertà dell'uomo come possibilità di rifiutare in modo oscuro l'ordine del bene e il fine specifico di ogni cosa: secondo la fede biblica, infatti, tutto sarebbe disposto per amore e per la gioia stessa dell'uomo, adottato come figlio da un Dio che è Padre. Nella volontà Buona di un Dio Onnipotente la libertà umana può essere così pensata soltanto come un dono fatto all'uomo, creato a sua immagine e somiglianza, per realizzare in modo naturale e soprannaturale il bene; allo stesso tempo il bene creato si presenta come un dono per l'uomo, perché liberamente di tutto disponga ragionevolmente per il bene personale e della comunità, per riconoscere la causa e il fine di tutto nell'Amore di Dio. 
                      

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