domenica 20 ottobre 2013

una storia: in teoria e in pratica...

La vita del pensatore rischia comunemente l'incomprensione, come se fosse la vita di un essere privo di sensibilità, di esperienza, di audacia o delle virtù più comunemente riconosciute nell'uomo d'azione. 
Sembra infatti che l'azione dell'uomo "di pensiero" sia differente dall'azione dell'uomo "concreto", anche se soltanto da un certo punto di vista... 
Ad esempio, riflettere sul processo di generazione della vita o partecipare al processo di generazione della vita, certamente sono azioni diverse: è possibile che in momenti diversi la stessa persona compia le due azioni. Per quanto sembri banale, cambiando esempio, ci rendiamo conto che è diversa l'azione di chi riflette sulle decisioni da prendere e di chi esegue determinate decisioni: in entrambi i casi l'uomo "di pensiero" e l'uomo "concreto" devono assumere un rischio e una responsabilità relativa al fatto di essere fallibili. 
Pertanto, in relazione alla Verità e al Bene (nella certezza che esistono!), le azioni riflessive e pratiche nell'esecuzione dell'atto da compiere sembrano essere accomunate dalla fallibilità: da una parte un'attività di astrazione logico-descrittiva dei fatti accaduti o delle esperienze fatte; dall'altra un'attività motorio-relazionale, fonte di nuovi fatti ed esperienze su cui poter riflettere.
Sembra evidente alla maggior parte degli uomini che nello stesso soggetto, malgrado cambi l'intensità dell'azione, l'attività riflessiva si realizzi durante un'attività pratica di minore intensità e viceversa: le attività riflessive guidano, dunque, le attività pratiche e le attività pratiche orientano le attività riflessive, tutto avviene in istanti diversi ma contemporaneamente.
Dopo queste considerazioni vale la pena riflettere brevemente sul senso della storia, sul valore di una tradizione e dell'innovazione da un punto di vista scientifico-tecnologico e spirituale.
Se la tradizione dal punto di vista scientifico-tecnologico è bene che sia sempre superata, nel rispetto del creato, per un vantaggio e un beneficio culturale ed economico di tutta la società; dal punto di vista spirituale, il vissuto trasmesso con l'esempio o con gli scritti, da chi ci ha preceduto, non sempre può essere superato...
Se la storia dello sviluppo scientifico segue un processo evolutivo tendenzialmente progressivo, la storia degli uomini e delle comunità umane - ad esempio dal punto di vista della comprensione del diritto o dell'approfondimento antropologico - non sempre ha seguito uno sviluppo progressivo, quanto "casuale". 
In alcuni casi, infatti, alcune persone hanno saputo descrivere la realtà umana, materiale e spirituale, attraverso una riflessione ben strutturata e dialogica, aperta al riconoscimento di ciò che muta nel discernimento da ciò che "non muta", con uno straordinario spirito di penetrazione di ciò che è più comune.
La tradizione di un popolo può contenere nella sua storia un insieme di storie particolari, personali, di uomini irripetibili che hanno saputo vivere con intensità vicende spirituali così forti da restare impresse nel ricordo dei vicini, tanto da far sentire loro il dovere di trascriverne il ricordo. In altri casi, molti uomini e donne sono stati in grado di raccontare, in modo narrativo o scientifico, l'intensità con la quale hanno conosciuto la realtà umana, sia dal punto di vista naturale che soprannaturale. Com'è noto non tutti gli uomini sono stati in grado di lasciare nel ricordo dei vicini, attraverso la comunicazione di vita o gli scritti, uno stesso esempio. 
Così, se è vero che la storia può essere considerata maestra di vita è altrettanto vero che non può essere replicata e come in un copione riportata fedelmente: rimane vero però che la storia umana può essere "ri-vissuta".
Dal punto di vista cronologico, non potranno mai più ripetersi i fatti di un tempo passato e neanche il "sentimento storico" degli uomini potrà essere lo stesso; da un altro punto di vista, invece,  nell'uomo esisterebbe un "sentimento comune", spiritualmente storico, percepito come "fuori dal tempo" e del tutto fondato in una fede naturale e biblica: un "sentimento comune d'eternità", che può consentire agli uomini di provare lo "stesso sentimento"... 
Alcuni, uomini e donne di religione diversa, hanno potuto probabilmente percepire lo stesso "senso d'eternità", nella stessa epoca o in epoche storiche diverse e lontane: questo è testimoniato da una certa somiglianza tra gli scritti di carattere spirituale.
Per questi motivi, ad esempio, nella Chiesa Cattolica la "scienza dei beati" o dei santi è stata riconosciuta "comune", per somiglianza di vita e contenuto degli scritti: il dogmatismo è stato sempre di fatto negato nella storia dei "giusti" di tutte le religioni, grazie alla loro capacità di ri-vivere il vecchio e il nuovo in un "sentimento comune d'eternità" che comprende e assume il cambiare del tempo.
La vita umana, se autenticamente centrata in Dio, può adeguarsi a ciò che muta nella stabilità di un "sentimento comune d'eternità", percepito dall'anima attenta ... nella certezza che soltanto Dio muovendosi non muta.

    

                  

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