Nell'operare non ha un'importanza primaria
la scienza degli universali, la quale è certissima,
bensì la conoscenza dei singolari:
poiché le operazioni hanno per oggetto i singolari.
Perciò non c'è da meravigliarsi che in questo campo
la passione agisca contro la scienza universale,
in assenza di una considerazione particolare.
Il fatto stesso che una cosa non buona appaia
alla ragione in particolare come un bene,
dipende anch'esso da una passione.
Tuttavia codesto particolare giudizio
è contrario alla scienza universale della ragione.
Non può avvenire che uno abbia attualmente
la scienza o l'opinione vera di un principio universale affermativo,
e un'opinione falsa di un particolare negativo, o viceversa.
Però può darsi che uno abbia la vera scienza abituale
di un principio universale affermativo,
e l'opinione falsa attuale di un particolare negativo:
poiché l'atto direttamente non si oppone all'abito,
ma a un altro atto.
La passione impedisce a chi è in possesso
di una nozione universale di desumere da essa,
e di giungere alla logica conclusione;
ma pone la minore sotto un'altra proposizione universale,
suggerita dalla passione, e conclude da questa.
Perciò il Filosofo afferma
che il sillogismo di chi pecca d'incontinenza
ha quattro proposizioni, di cui due universali:
una dettata dalla ragione,
p. es., non si può commettere nessuna fornicazione;
e l'altra dalla passione,
p. es., bisogna assecondare il piacere.
La passione, dunque, impedisce alla ragione
di arguire e di concludere dalla prima;
ma sotto il suo influsso si arguisce e si desume dalla seconda.
Come gli ubriachi esprimono talora delle sentenze profonde,
che però sono incapaci di giudicare
con la loro mente sconvolta dall'ubriachezza,
così chi è sotto il dominio di una passione,
sebbene a parole condanni una data cosa,
tuttavia internamente nel suo cuore
la giudica degna di essere compiuta.
San Tommaso D'Aquino, Summa Teologica, I-II, q.77, a.2
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