mercoledì 9 settembre 2015

"la seconda tavola dopo il naufragio"

Gli innocenti sono migliori dei penitenti, 
perché, al dire di S. Girolamo, 
"la penitenza è la seconda tavola dopo il naufragio". 
Dio invece ama più i penitenti degli innocenti; 
perché di essi più si rallegra. Infatti si legge nel Vangelo: 
"Vi dico che vi sarà più festa in cielo per un peccatore pentito, 
che per novantanove giusti, che non abbisognano di penitenza". 
Dunque non sempre Dio ama le cose migliori.

[...]

È necessario affermare, stando a quel che si è già detto, 
che Dio ama di più le cose migliori. 
Abbiamo spiegato infatti che per Dio 
amare di più un essere non vuol dire altro che 
dare a quest'essere un bene più grande, 
essendo la volontà di Dio la causa della bontà nelle cose. 
E quindi, proprio per questo vi sono delle cose migliori, 
perché Dio vuole ad esse un bene maggiore. 
Di qui la conseguenza che le cose migliori Dio le ama di più.

[...]

La natura umana assunta dal Verbo di Dio 
nella Persona del Cristo è amata da Dio più di tutti gli angeli: 
ed è più nobile specialmente a causa dell'unione (ipostatica). 
Ma, parlando della natura umana in generale, 
e paragonandola alla natura angelica 
quanto all'ordine della grazia e della gloria, vi è parità, 
perché, come è detto nell'Apocalisse, 
"una stessa misura è per l'uomo e per l'angelo"; 
in maniera, però, che, sotto questo aspetto 
alcuni angeli risultano superiori a certi uomini, 
e alcuni uomini superiori a certi angeli. 
Se si parla però della loro condizione naturale, 
l'angelo è superiore all'uomo. 
E perciò se Dio ha assunto la natura umana, 
non è perché assolutamente parlando amasse di più l'uomo, 
ma perché questi era più bisognoso. 
Ha fatto come un buon padre di famiglia, 
il quale dà ad un servo malato 
un cibo più costoso che ad un figlio sano.

[...]

I penitenti e gli innocenti si possono trovare 
(confrontati tra di loro) reciprocamente in vantaggio e in svantaggio. 
Penitenti o innocenti, 
sono migliori e maggiormente amati 
quelli che hanno la grazia in maggiore abbondanza. 
Tuttavia, a parità di condizioni, l'innocenza è migliore 
e da Dio è maggiormente amata. 
Ma si dice che Dio fa più festa per un penitente che per un innocente, 
perché, di solito, i peccatori pentiti risorgono 
più cauti, più umili e più fervorosi. 

Per questo S. Gregorio può affermare che 
"il capitano preferisce nel combattimento un soldato che, 
dopo esser fuggito, è ritornato e incalza fortemente il nemico, 
ad uno che mai è fuggito, ma neppure ha compiuto atti di eroismo". 
- Si può anche addurre un'altra ragione, 
e cioè che un uguale dono di grazia è maggiore 
in rapporto a un penitente il quale meritò una punizione, 
che in rapporto a un innocente il quale non l'ha meritata. 
Così, cento marchi costituiscono un regalo più grande 
se si danno ad un povero, che se si danno ad un re.

San Tommaso d'Aquino, Summa teologica I, q. 20, a. 4

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