martedì 24 settembre 2013

"informata"..ma non sempre "formata"

L'intelligenza umana, ordinariamente, fa percepire alla volontà un desiderio di "saperne di più" che è conforme alla sua natura: l'uomo intelligente per natura, infatti, desidera sapere...vuol essere informato! L'uomo comune ha fiducia nella possibilità di acquisire una conoscenza che gli consenta di prendere delle decisioni razionali, in modo conforme alla sua natura, per potersi dirigere al bene spontaneamente desiderato, nel più comune dei casi il bene più grande possibile, tutto il Bene.
La società tutta, la società "sana", è impegnata a favorire attraverso il "povero" servizio dell'informazione la maggior parte degli uomini affinché possano raggiungere tutto il bene legittimamente desiderato e nel condividerlo, come bene pubblico o privato, goderne a pieno: la felicità più grande che un uomo può raggiungere dipende dalla realizzazione della sua natura e dal momento che la natura propria dell'uomo è quella di essere socievole, il desiderio di bene proprio del singolo, di uno Stato o di una Comunità internazionale potrà essere soddisfatto soltanto nella condivisione del bene posseduto ... 
Pertanto generalmente oggi condividiamo il più possibile l'informazione, siamo informati, vogliamo informare ed essere informati.
Il punto critico relativo al "povero" servizio di informazione sta nell'attendibilità di chi da l'informazione, o come potremmo dire in altri termini è importante sapere se la persona che informa è credibile ed è incline  a essere nelle parole e nei fatti verace. 
La maggior parte delle persone concorderebbero nel dire che lo scambio di informazioni si basa su un rapporto di fiducia, sulla conoscenza dell'interlocutore, sulla sua fedeltà alla verità che lo riguarda e che trasmette per il bene del suo vicino: è chiaro che per il bene del vicino non è bene dire sempre, non è bene dire tutto ... le "asimmetrie informative" rimangono anche nelle "società informate".
Certamente chi si sente più capace avrà la possibilità e di conseguenza il dovere di informare il vicino per il bene di ciascuno, di entrambi e della società ... il suo impegno nella ricerca della verità e della buona informazione partirà da una fiducia in se stesso, nel bene e nel destinatario del messaggio, relativamente al buon uso che potrà farne.
Il desiderio legittimo e tutto umano di informazione sulle quantità (tangible asset) e sulle qualità (intangible asset) misurabili  e non,  potrà essere anticipato in un "laico comune" da un desiderio di informazione su ciò che riguarda tutto il Bene possibile, la Realtà, nella sua natura spirituale e materiale: nell'orizzonte della fede, ad esempio cristiana, ognuno può sentire un bisogno di informazione che gli consenta di uscire dal disordine vago delle idee e dei ricordi, per orientarsi all'ordine delle idee, nella novità di una visione e una missione chiara...sempre vissuta tra le cose materiali e nel riconoscimento del relativo valore.
Nella vita di fede, che è sempre un dono divino tra il cielo e la terra, si fa riferimento alla propria coscienza, all'autorità di Dio e ad una autorità esterna, che definisce per una maggiore certezza comune le verità che rientrano nell'orizzonte di quella fede: nella cristianità, ad esempio nella Chiesa Cattolica, l'autorità religiosa è stata riconosciuta come la legittima guida nella definizione del giusto sentiero da seguire, per vivere secondo la fede particolare e avere la salvezza in Cristo Gesù, vero Dio e vero Uomo, morto e risorto per la salvezza dell'uomo. 
Nel campo della fede si può essere "bene informati" ma sicuramente esiste una certa incompletezza, pur rimanendo con un atteggiamento di apertura, tra il desiderare e avere una informazione relativa alla fede (ad es. nella Chiesa Cattolica) e il vivere nella fede abitualmente, spontaneamente e volontariamente, in quella moderazione di vita che chiamiamo "virtù di fede". 
La fede "informe" e "informata", pertanto, consente all'intelletto di orientarsi al bene consapevolmente ma soltanto l'unione di amore con Dio nella fede "formata" consente alla volontà di agire nell'ordinario, perfino subendo il martirio, rimanendo stabilmente nella pace ...    

                    

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