mercoledì 4 settembre 2013

per la sicurezza e la pace...non uccidere

Se ogni creatura è stata voluta con intelligenza da Dio e creata a sua immagine e somiglianza per la perfezione, ovvero il conseguimento della Beatitudine senza fine, personale e comunitaria in Dio, allora non è lecito all'uomo uccidere l'uomo. Secondo un ordine di giustizia l'uomo può avere sotto il suo dominio soltanto ciò che è per lui necessario e utile al mantenimento di una vita personale, familiare e comunitaria dignitosa. L'uomo può con intelligenza accordarsi con l'altro per il raggiungimento rispettoso e pacifico, anche se talvolta ingiusto, dell'obiettivo comune. L'interesse economico privato dev'essere pertanto sub-ordinato, per agire in modo "giusto", all'interesse familiare, comunitario e quindi pubblico. Il conseguimento della Beatitudine senza fine, se è riconosciuto l'orientamento di fondo da cui parto, si presenta per l'uomo come un diritto-dovere da esercitare per se stesso e per il bene della collettività, anche davanti all'eventualità che in modo ingiusto qualcuno si metta in opera per sopprimere tale diritto-dovere inviolabile, poiché innato e posto dal Creatore.
Un'autorità pubblica è chiamata a rispettare, promuovere e difendere il diritto-dovere alla Beatitudine senza fine di ogni uomo davanti alla prevaricazione di qualsiasi "piccola creatura ribelle" che in modo ingiusto e pericoloso possa agire contro la sicurezza della comunità intera e dei suoi singoli membri. In quale modo?
Se un privato non può sopprimere la vita di un simile "pericoloso", l'autorità pubblica in taluni casi può farlo per la sicurezza e il bene della comunità. Ma è giusto per esempio che alcuni paesi "buoni e forti" dichiarino guerra ad un "piccolo paese ribelle"? E' giusto che i cittadini di un paese governato in modo ingiusto rimangano vittime innocenti di un pericoloso carnefice? E' giusto che in uno scontro armato internazionale rischi la morte un numero di civili maggiore di quello, già a rischio, nel paese in crisi?
Escludendo la presenza di altri interessi privati che interferiscano con quelli prettamente umanitari, sembra che per un'autorità pubblica in certi casi possa essere giusto sacrificare la "parte malata" a vantaggio dell'intero corpo: allo stesso tempo potrebbe essere ingiusto, a seguito di interessi privati e non per il bene comune, intervenire con violenza rischiando di bruciare nel fuoco dell'ira il grano buono insieme alla zizzania che si era previsto di estirpare da sola. Il rischio che per motivi privati si creino danni gravi per il bene comune riporta l'uomo davanti il comando divino: non uccidere!
Il ministro delle cose del cielo, delle cose di Dio, o qualsiasi uomo "giusto" ha sempre il compito-dovere di ricordare che il bene comune è un interesse da anteporre al bene privato e che il bene spirituale è da considerare superiore al bene materiale ... la sapienza del diritto umano e divino ha reso giusto nella storia, attraverso la pratica intelligente e prudente della Pace, il rischioso cammino nella libera scelta tra la vita e la morte...
L'autorità pubblica è chiamata a scegliere responsabilmente per il bene comune, legittimamente anche con l'esercizio della forza; l'autorità religiosa è chiamata a ricordare ad ogni coscienza umana la propria dignità, perché nel servizio vicendevole e sapiente, con l'aiuto di Dio, si possa difendere in modo pacifico e responsabile il bene della comunità ... affinché non si perda neanche uno.      

           

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