venerdì 4 novembre 2016

creazione, male e provvidenza

 Se Dio Padre onnipotente, 
Creatore del mondo ordinato e buono, 
si prende cura di tutte le sue creature, 
perché esiste il male?

A questo interrogativo tanto pressante quanto inevitabile, tanto doloroso quanto misterioso, nessuna risposta immediata potrà bastare. È l'insieme della fede cristiana che costituisce la risposta a tale questione: la bontà della creazione, il dramma del peccato, l'amore paziente di Dio che viene incontro all'uomo con le sue alleanze, con l'incarnazione redentrice del suo Figlio, con il dono dello Spirito, con la convocazione della Chiesa, con la forza dei sacramenti, con la vocazione ad una vita felice, alla quale le creature libere sono invitate a dare il loro consenso, ma alla quale, per un mistero terribile, possono anche sottrarsi. 

Non c'è un punto del messaggio cristiano che non sia, 
per un certo aspetto, una risposta al problema del male.

Ma perché Dio non ha creato 
un mondo a tal punto perfetto 
da non potervi essere alcun male? 

Nella sua infinita potenza, Dio potrebbe sempre creare qualcosa di migliore. Tuttavia, nella sua sapienza e nella sua bontà infinite, Dio ha liberamente voluto creare un mondo « in stato di via » verso la sua perfezione ultima. Questo divenire, nel disegno di Dio, comporta, con la comparsa di certi esseri, la scomparsa di altri, con il più perfetto anche il meno perfetto, con le costruzioni della natura anche le distruzioni. Quindi, insieme con il bene fisico esiste anche il male fisico, finché la creazione non avrà raggiunto la sua perfezione.

 Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. È così che nel mondo è entrato il male morale, incommensurabilmente più grave del male fisico. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale. Però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene:

« Infatti Dio onnipotente [...], essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene ».

 Così, col tempo, si può scoprire che Dio, nella sua provvidenza onnipotente, può trarre un bene dalle conseguenze di un male, anche morale, causato dalle sue creature: « Non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. [...] Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene [...] per far vivere un popolo numeroso » (Gn 45,8; 50,20). 

Dal più grande male morale che mai sia stato commesso, il rifiuto e l'uccisione del Figlio di Dio, causata dal peccato di tutti gli uomini, Dio, con la sovrabbondanza della sua grazia, ha tratto i più grandi beni: la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. Con ciò, però, il male non diventa un bene.
 « Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio » (Rm 8,28). 


La testimonianza dei santi non cessa di confermare questa verità:

Così santa Caterina da Siena dice 
a « coloro che si scandalizzano » e si ribellano 
davanti a ciò che loro capita: 
« Tutto viene dall'amore, tutto è ordinato alla salvezza dell'uomo, 
Dio non fa niente se non a questo fine ».

E san Tommaso Moro, 
poco prima del martirio, consola la figlia: 
« Non accade nulla che Dio non voglia, 
e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga, 
per quanto cattiva appaia, 
sarà in realtà sempre per il meglio ».

E Giuliana di Norwich: 
« Imparai dalla grazia di Dio che 
dovevo rimanere fermamente nella fede, 
e quindi dovevo saldamente e perfettamente credere 
che tutto sarebbe finito in bene [...]. 
Tu stessa vedrai che ogni specie di cosa sarà per il bene ».

Noi crediamo fermamente che Dio è Signore del mondo e della storia. Ma le vie della sua provvidenza spesso ci rimangono sconosciute. Solo alla fine, quando avrà termine la nostra conoscenza imperfetta e vedremo Dio « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12), conosceremo pienamente le vie lungo le quali, anche attraverso i drammi del male e del peccato, Dio avrà condotto la sua creazione fino al riposo di quel Sabato definitivo, in vista del quale ha creato il cielo e la terra.

CCC, p.1, s.2, c.1, p.4 
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p4_it.htm

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