"L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore,
che seguisse il proprio consiglio".
(Salmo 81,13)
"Quando si legge che Dio abbandona l'uomo a se stesso
non si intende escludere l'uomo dalla divina provvidenza,
ma si vuole solo mostrare che non gli è stata prefissata
una capacità operativa determinata a un solo modo di agire,
come alle realtà naturali
- che non agiscono se non sotto l'impulso di qualcos'altro,
senza dirigersi da sé verso il loro fine,
come [invece fanno] le creature razionali mediante il libero arbitrio,
in virtù del quale deliberano e scelgono -.
Quindi la Scrittura usa l'espressione "in balìa del suo proprio volere".
Ma poiché lo stesso atto del libero arbitrio
si riconduce a Dio come alla sua causa,
è necessario che anche ciò che viene fatto con il libero arbitrio
sia sottomesso alla divina provvidenza di Dio,
come una causa particolare alla causa universale.
- Agli uomini giusti poi Dio provvede in maniera più speciale che agli empi,
in quanto non permette che ad essi accada
qualcosa che ostacoli definitivamente la loro salvezza:
poiché, come afferma l'Apostolo [Rm 8, 28],
"tutto coopera al bene di coloro che amano Dio".
Degli empi, invece, è detto che li abbandona
per il fatto che non li ritrae dal male morale.
Non in modo tale però che siano del tutto esclusi dalla sua provvidenza:
perché se non fossero conservati
dalla sua provvidenza ricadrebbero nel nulla.
- E pare che proprio da questa difficoltà sia stato mosso Cicerone
[De divinat. 2]
quando sottrasse alla divina provvidenza
le realtà umane intorno a cui deliberiamo".
San Tommaso D'Aquino, Somma Teologica I, q. 22, a. 2.4
---------------------------
" ... Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero:
"Perché parli loro in parabole?".
Egli rispose:
"Perché a voi è dato di conoscere
i misteri del regno dei cieli,
ma a loro non è dato.
Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza;
e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
Per questo parlo loro in parabole:
perché pur vedendo non vedono,
e pur udendo non odono e non comprendono.
E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice:
Voi udrete, ma non comprenderete,
guarderete, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo
si è indurito, son diventati duri di orecchi,
e hanno chiuso gli occhi,
per non vedere con gli occhi,
non sentire con gli orecchi
e non intendere con il cuore e convertirsi,
e io li risani.
Ma beati i vostri occhi perché vedono
e i vostri orecchi perché sentono.
In verità vi dico:
molti profeti e giusti hanno desiderato
vedere ciò che voi vedete, e non lo videro,
e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!"
Vangelo di Matteo 13, 10-17
Nessun commento:
Posta un commento