lunedì 14 novembre 2016

quale castigo?


"L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, 
che seguisse il proprio consiglio"
(Salmo 81,13)

"Quando si legge che Dio abbandona l'uomo a se stesso 
non si intende escludere l'uomo dalla divina provvidenza
ma si vuole solo mostrare che non gli è stata prefissata 
una capacità operativa determinata a un solo modo di agire, 
come alle realtà naturali 
- che non agiscono se non sotto l'impulso di qualcos'altro, 
senza dirigersi da sé verso il loro fine, 
come [invece fanno] le creature razionali mediante il libero arbitrio, 
in virtù del quale deliberano e scelgono -. 

Quindi la Scrittura usa l'espressione "in balìa del suo proprio volere". 

Ma poiché lo stesso atto del libero arbitrio 
si riconduce a Dio come alla sua causa
è necessario che anche ciò che viene fatto con il libero arbitrio 
sia sottomesso alla divina provvidenza di Dio, 
come una causa particolare alla causa universale. 

- Agli uomini giusti poi Dio provvede in maniera più speciale che agli empi, 
in quanto non permette che ad essi accada 
qualcosa che ostacoli definitivamente la loro salvezza: 
poiché, come afferma l'Apostolo [Rm 8, 28], 

"tutto coopera al bene di coloro che amano Dio"

Degli empi, invece, è detto che li abbandona 
per il fatto che non li ritrae dal male morale

Non in modo tale però che siano del tutto esclusi dalla sua provvidenza: 
perché se non fossero conservati 
dalla sua provvidenza ricadrebbero nel nulla. 

- E pare che proprio da questa difficoltà sia stato mosso Cicerone 
[De divinat. 2] 
quando sottrasse alla divina provvidenza 
le realtà umane intorno a cui deliberiamo".

San Tommaso D'Aquino, Somma Teologica I, q. 22, a. 2.4  

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 " ... Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: 
"Perché parli loro in parabole?". 

Egli rispose: 
"Perché a voi è dato di conoscere 
i misteri del regno dei cieli, 
ma a loro non è dato

Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; 
e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 

Per questo parlo loro in parabole: 

perché pur vedendo non vedono, 
e pur udendo non odono e non comprendono. 

E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: 

Voi udrete, ma non comprenderete, 
guarderete, ma non vedrete. 

Perché il cuore di questo popolo 
si è indurito, son diventati duri di orecchi, 
e hanno chiuso gli occhi
per non vedere con gli occhi, 
non sentire con gli orecchi 
e non intendere con il cuore e convertirsi, 
e io li risani. 

Ma beati i vostri occhi perché vedono 
e i vostri orecchi perché sentono. 

In verità vi dico: 
molti profeti e giusti hanno desiderato 
vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, 
e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!"

Vangelo di Matteo 13, 10-17

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